Rubrica
- Home
- News e Comunicazioni
- News e Comunicazioni
Mario Silvestri: #accoglienza

Mario è il sesto di una #grande #famiglia. La nostra storia inizia all’ospedale di san Giovanni Rotondo dove, per il mio lavoro come psicologa, mi occupavo dei tutti i bambini con situazioni di malattie croniche. Una mattina mi ritrovo in una sala operatoria neurochirurgica e conosco Mario che era in braccio ad una mia infermiera prima di essere operato per la 15^ volta. Mario aveva 15 mesi, pesava 6 kg ed è nato con la #spina #bifida. Chiedo della sua origine e l’infermiera mi dice che è stato #abbandonato in ospedale. Mi fermo un attimo e lo prendo in braccio perché il bambino si lamentava per la pre-anestesia. Mario si addormenta tra le mie braccia. Lo ripongo sul lettino ma da quel momento il mio pensiero era sempre per lui. Dopo l’operazione chiedo ai dottori come era andato l’intervento ed il primario mi risponde che Mario è un candidato alla morte e che in sei mesi non ci sarebbe più stato.
Me ne sono andata e subito dopo ho parlato con mio marito, dirigente sanitario, che ha preso informazioni con il Tribunale dei Minori di Bari. Nel pomeriggio torno a casa, i miei figli mi vedono turbata e mi chiedono se fosse successo qualcosa ad uno dei bambini dell'oncologia di cui mi occupavo. Decido di raccontare loro la storia di Mario e mia figlia Valentina, che allora aveva 12 anni, mi dice: “Se è un bambino che non ha una famiglia, perché non lo prendiamo noi? Dove stiamo in cinque, stiamo anche in sei”. Queste parole mi hanno molto colpita.
D’accordo con mio marito, l'indomani chiamiamo il Tribunale dei Minori per avere ulteriori informazioni e da lì a poco arriva l’#affido. La storia di Mario era già stata diffusa in vari giornali di stampo cattolico, ma nessuno si era fatto avanti. In 10 giorni, con la nostra frequentazione, il bambino reagisce dal non voler lottare per la vita e tira fuori una #grinta pazzesca perché penso che, per la prima volta, lui si sia sentito #accolto e #amato. Il magistrato giudice tutelare che si occupava del caso ci concede la possibilità di trascorrere le vacanze natalizie con lui.
I medici ci avevano detto che aveva una forma di autismo con un linguaggio praticamente nullo. Nei 10 giorni che è entrato nella nostra famiglia, i cinque fratelli - l’ultimo aveva solo 3 anni -, lo hanno amato e accolto in tutti i modi. Questa è una storia d'amore.
Mario ha subìto tantissimi interventi al fine di migliorare la sua qualità di vita. Mario è un #miracolo dell’#ACCOGLIENZA, della #voglia di #lottare, della tenacia che i fratelli hanno messo nell’aiutare lui. Ma prima di tutto è stato lui a farsi amare ed accogliere, e a lottare per la vita.
A scuola si è diplomato in ragioneria e in tutto il suo percorso ha sempre amato lo #sport e ha sempre voluto inserirsi in un ambiente del genere. Un giorno il suo fisioterapista ci ha prospettato l'idea della #Scuola FISPES di #Para #atletica qui a Roma per poter imparare a lanciare il peso, il disco ed il giavellotto. Abbiamo trovato nella coach Nadia Checchini una persona meravigliosa che ha accolto Mario con professionalità e con un grande spirito di affetto.
Oggi noi siamo molto felici di fare questo percorso formativo che sta arricchendo Mario sempre più; oggi noi siamo molto felici di far parte di questa grande famiglia.
Mamma Giusy, papà Nicola e i fratelli Valentina, Cinzia, Davide, Alessandro, Daniele
#scuolafispes para atletica