21 luglio 2020

Alberto Danzi: #immensagioia

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Sono un ragazzo tetraplegico di 32 anni. La mia #seconda #vita inizia nel 1990 quando avevo poco più di 2 anni in una sera di dicembre quando l'#auto in cui viaggiavo ad un semaforo è stata #travolta da un'altra auto. 

Purtroppo in quegli anni non era obbligatorio il seggiolino, quindi al momento dell'impatto sono stato catapultato al di fuori dall'auto rompendo il finestrino con il viso e riportando una lesione cervicale alle vertebra. Il verdetto è stato #tetraplegia. In Italia non c'erano mai stati tetraplegici così piccoli di età, quindi sono stato seguito per molti anni dall'Unità spinale della mia città, Verona. Ho trascorso un'infanzia abbastanza felice, andavo a scuola come ogni bambino normale e poi al pomeriggio entravo in #Unità #spinale per la #riabilitazione, questo fino alle scuole medie. Nel corso della mia crescita, mi sono approcciato allo  #sport molto presto. A 10 anni ho iniziato a praticare basket in carrozzina nella squadra di Verona. Essendo giovane non potevo partecipare alle partite, però a me bastavano gli allenamenti che per me erano già durissimi. Vedere i miei compagni sfrecciare e muoversi con tanta facilità sul parquet della palestra, mi dava lo stimolo di continuare per arrivare un giorno a giocare come loro.

Durante la mia adolescenza, oltre al basket, ho provato molti altri sport non a livello agonistico ma semplicemente per imparare a fare altro come ogni ragazzo "normale".

Ho partecipato a molti corsi di #sci fino a che non sono riuscito a imparare a sciare da solo, poi mi sono procurato l'attrezzatura mia personale e per alcuni anni la domenica era dedicata allo sci.

Ho provato la #handbike grazie al gruppo di amici in carrozzina che nei weekend organizzavano delle uscite di svago.

Tanti sport provati, ma l'unico grande amore restava sempre il basket. Dalla squadra di Verona sono poi passato alla prima squadra giovanile italiana creata a Vicenza, dove ho giocato per quasi 6 anni partecipando a 5 campionati italiani e vincendone due.

A 19 anni, per svariati motivi, ho abbandonato le attività sportive, molto probabilmente perché avendo preso la patente, ero più libero di seguire altri interessi, le compagnie di amici, le prime morosette e i primi hobby non legati allo sport.

Nel 2009 sono tornato a praticare il basket a Verona dove ho conosciuto Giuseppe Testa, compagno di basket che per svariati mesi mi aveva parlato di questo nuovo sport chiamato #wheelchair #rugby, nato in Italia nel 2011, senza mai riuscire a convincermi nel provarlo.

Arriva il 2012 quando la nazionale italiana di rugby partecipa ad un collegiale di allenamenti proprio a Verona. Mi decido ad andare a provare senza molte aspettative.

Inutile dire che, dopo circa una settimana da quando avevo provato il rugby in carrozzina, ho lasciato il basket iniziando quest’avventura tra le fila del Padova Rugby, unica squadra esistente in Italia. Dopo circa 2 mesi ci fu la prima soddisfazione con la convocazione in maglia azzurra per la prima qualificazione europea di rugby.

Primo viaggio con i nuovi compagni, a Dublino in Irlanda, ero ancora inesperto, giocavo da soli 2 mesi però l'adrenalina e la gioia di partecipare ad un torneo così importante per il nostro sport mi creò un'#immensa #gioia.

Ci qualificammo per il nostro primo Europeo che si disputò l'anno successivo ad Anversa in Belgio. 

Negli anni successivi tutto andava a gonfie vele sia con la mia squadra il Padova Rugby sia con la Nazionale. Nel 2015 io, Giuseppe Testa e Paolo Macaccaro, tre veronesi che giocavano a Padova decidiamo di creare la nostra squadra a Verona, i Mastini Cangrandi.

Questa squadra è nata con lo scopo di diffondere il nostro sport nel territorio scaligero dove tanti ragazzi con la nostra patologia o affine possono giocare e diventare sportivi, assaporare lo spirito di team e l'agonismo puro.

In 4 anni abbiamo avuto innumerevoli soddisfazioni: secondi al primo campionato italiano nel 2017, terzi nel 2018, secondi nel 2019. Facciamo interventi a scuola con bambini e ragazzi, partecipiamo a concorsi, facciamo innumerevoli amichevoli e organizziamo partite dimostrative con altre squadre.

Anni fa avevano fatto un libro su noi giocatori di wheelchair rugby dove io ho espresso quello che era il mio pensiero e che è tuttora valido: nonostante abbia avuto una vita non proprio semplice, anche con momenti di vera difficoltà, la mia vita mi piace così com'è.

#fispes #oltremodoltre #fispesland #pluriability #wheelchairrugby #rugby #iwrf #tetraplegia #mastinicangrandi #immensagioia

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Essere oltremodoltre significa sfidare se stessi per superare i propri limiti ed aiutare gli altri a superare i propri pregiudizi

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