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Jacopo Cuculo: #nonmollo

Sono nato nel 1997 praticamente in palestra. Mio nonno negli anni ‘70 era il capitano della Nazionale di Karate, il M° Lacassia e mia mamma, ex agonista sempre di #karate, insegnava nella palestra di famiglia. Ho una sorella quasi diciottenne, Gloria, amante del nuoto e del fitness e un fratellino quindicenne, Niccolò, calciatore, attualmente al FCD Rivoli. Ho praticato Yoseikan Karate da sempre diventando cintura nera all’età di 12 anni, ma contemporaneamente facevo anche altri sport: basket, hitball, baseball (con questi ultimi due ho vinto i campionati provinciali alle scuole medie). Nel 2010 i miei genitori, avendo capito che non avevo ancora trovato la mia strada, mi iscrivono alla Safatletica di Torino e intraprendo il mio percorso nell’#atletica leggera. Mi fanno provare quasi tutte le discipline, ma pochi mesi dopo la mia iscrizione il buon Riccardo Frati intuisce che potevo dilettarmi nella #corsa #ad #ostacoli. Inizio con le prime gare regionali e subito mi qualifico per i campionati italiani. Miglioro sempre il mio personale, ma a livello nazionale non arrivo oltre le semifinali. Dopo qualche tempo gli allenatori della società mi fanno provare a saltare in lungo e in alto. Anche qui faccio subito i minimi per i campionati italiani. Niente medaglie a livello nazionale ma tanta #soddisfazione e #ambizione a migliorarmi, soprattutto un ambiente sano dove conosco tanti giovani come me, pronti a sacrificare la vita “sociale” in piena adolescenza, per dedicarsi alla pista.
Il mio allenatore di ostacoli, Giancarlo Serra, mi convince a cimentarmi nelle #prove #multiple, all’epoca primo anno categoria allievi, 2013, octathlon… A ottobre dello stesso anno sono uno dei tre componenti della squadra Atletica Piemonte (sempre Safatletica) che vince la medaglia di bronzo ai campionati italiani di octathlon a Olgiate Olona. L’anno dopo diventa #decathlon anche per noi allievi e a febbraio del 2014 prendo per la prima volta l’#asta in mano. A giugno dello stesso anno a Donnas, in Val d’Aosta, salto 3.60 m…. minimo per i campionati italiani allievi.
Da quel momento in poi il decathlon diventa la mia #passione, fatta di sacrifici estremi ma anche soddisfazioni e divertimento con gli “avversari”. Da quel momento partecipo ad ogni campionato italiano. Compiuti i 18 anni da più parti mi fanno intuire che sarebbe opportuno scegliere un’unica specialità: scelgo #salto con l’#asta, facendomi allenare da Riccardo Frati.
Miglioro sempre di più e vengo invitato ad un raduno nazionale di asta a Modena (marzo 2017). Durante gli allenamenti salto sopra i 5 metri e tutto lo staff tecnico concorda per farmi tornare allo stesso raduno il weekend successivo, sempre a Modena, ipotizzando un mio inserimento nel circuito della nazionale.
Era il 31 marzo….
Salto….Cado….Finisco in coma…tutto si spegne…
Io non ricordo nulla se non la mia mamma che mi cantava Despacito ( gliel’ho raccontato al mio risveglio). Vengo operato il giorno dopo: ho subito una #craniectomia. L’alternativa era la morte. Dopo l’intervento che mi ha salvato la vita, i medici erano sempre molto negativi: i #danni #cerebrali e assonali erano molteplici e semmai mi fossi svegliato, nessuno sapeva in che condizioni.
I miei genitori non si sono mai persi d’animo. Credo che loro e i miei fratelli abbiano avuto una forza pazzesca per sopportare e sopravvivere a tutto questo. Inimmaginabile rischiare la vita facendo atletica: ma è successo. Una folata di vento anomalo mi ha fatto cadere oltre il tappetone e ho fatto un bel volo.
Ho riaperto gli occhi l’11 aprile, il giorno del compleanno di Niccolò, il mio fratellino. Coincidenza??? Non credo…
Rientrato a Torino in coma vigile, vengo poi ricalottato, cioè riposizionano l’osso parietale del cranio che mi avevano tolto. Da lì iniziano progressi che neanche i medici si aspettavano: in realtà loro avevano confessato ai miei che avrei avuto danni cognitivi permanenti e non avrei mai più potuto correre.
Il 31 ottobre (esattamente 7 mesi dopo l’incidente) esco dagli ospedali e rientro a scuola: è l’anno della maturità, devo farla con i miei compagni. Inoltre torno al mio amato impianto Nebiolo per riprendere gradatamente a fare atletica. Mi viene riconosciuta un’invalidità e vengo iscritto alla FISPES. Il 17 marzo 2018 partecipo ai Campionati Italiani Paralimpici Indoor di Ancona e vinco sui 60 m e sui 200 m il titolo italiano nella categoria T38.
Da lì non mi fermo più: potevo deprimermi, potevo essere compatito….NO!!!!! Un atleta lo è anche fuori dalla pista e io lo sono.
Gareggiare nello stesso ambiente ma con altre realtà: è stato strano! La competizione è un diktat nei normodotati: nel mondo paralimpico invece c’è la gioia e la realizzazione. Ricordo che la prima cosa che ho detto a mia mamma dopo questa nuova esperienza è stata: “Ho visto ragazzi con problemi e situazioni forse più gravi delle mie ma facevano di tutto per essere felici, quasi li invidio”.
Non è sicuramente stato facile prendere coscienza di ciò che la vita mi ha riservato. Il mio sogno erano le Olimpiadi, ora lo sono le Paralimpiadi. Sono iscritto al secondo anno di SUISM a Torino; sono entrato come medagliato e uscirò preparato come un allenatore che porterà i suoi atleti alle Olimpiadi.# Cosa #costa #sognare?
Questo è il mio obiettivo futuro: #non #mollo, come non l’ho mai fatto nelle gare estenuanti di prove multiple, anche con caviglie lesionate o bronchiti, non mi sono mai ritirato. Non mollo come quando ero in coma e avevo preso pure la polmonite. Non mollo come quando ero completamente afasico e poi ho sostenuto una buona maturità conforme da geometra. Non mollo perché ho imparato che nella vita solo ad una cosa non c’è soluzione: i momenti di sconforto li ho ancora oggi ma la mia testa, seppur rimaneggiata di un bel po’ di neuroni, mi spinge a combattere sempre. E questo l’ho capito ancor più frequentando ragazzi con sindromi diverse o disabilità fisiche, che però non hanno tolto il #sorriso dai loro volti e la #speranza di una vita piena di dignità e soddisfazioni. Grazie alla FISPES ho trovato una nuova dimensione nella quale poter continuare a fare ciò che so fare meglio: l’atleta.
#oltremodoltre #fispesland #paraathletics #worldparaathletics #paraathlete #pluriability #decathlon #saltoconl’asta #polevault #atleta #nonmollo