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Elena Favaretto: #ladonnavulcano

Tutti mi chiamano la #donna #vulcano per le mille idee che le passano per la testa. Sono nata a Mirano il 14 maggio 1982 e risiedo a Spinea, in provincia di Venezia. Dal 1 luglio 2005 lavoro come #massofisioterapista #non #vedente presso l’ULSS 3 Serenissima. Sono ipovedente dalla nascita per una #patologia congenita e #degenerativa, la #distrofia dei coni e bastoncelli. Di questa malattia si è accorta mia mamma quando avevo pochi mesi; dopo numerose visite ed esami, hanno confermato che qualche problema alla vista c'era ed è stato un #dramma per tutti. L’unica che non se ne rendeva conto era la sottoscritta perché ero molto piccola e per fortuna non capivo, ma man mano che crescevo diventavo sempre più cosciente del problema, perché tutti i miei amici e compagni di classe facevano quello che volevano e io mi rendevo conto di essere limitata su tante cose. A 18 anni, ricordo ancora molto bene come se fosse in questo momento, era una domenica mattina e stavo facendo colazione, quando i miei genitori mi spiegarono la mia disabilità. In quel momento sono andata in crisi ed è stata dura reagire, ma con l’aiuto di tutti ce l’ho fatta.
Nonostante la patologia, già da piccola ero un terremoto, ne facevo di tutti i colori, andavo ovunque senza problemi e molto presto ho iniziato ad andare in bicicletta. Non vi dico mia mamma e la sua disperazione per avere un terremoto così che girava per casa e molte volte mi diceva: “Meno male che hai problemi di vista, così trovi delle limitazioni.” Un pomeriggio stavo facendo la gara in bici con i miei amici di quartiere e correndo molto veloce mi sono schiantata addosso a un bidone dell'immondizia e sono tornata a casa con la bici tutta storta e un ginocchio sanguinante. Sono andata dai nonni che mi hanno medicato e a loro ho detto di non dire nulla a mamma e papà altrimenti mi avrebbero punita. Questo per fare un esempio del mio carattere.
Già dall’età di un anno avevo i miei primi #occhiali, tra quelli da vista e quelli da sole che non sopportavo e che cercavo sempre di togliere, e più cercavo di toglierli e più me li facevano grandi, ma poi ho dovuto rassegnarmi e accettarli. Ho frequentato tutti i miei corsi di studi dalla scuola materna fino alle superiori con il diploma di maturità magistrale e quinto anno propedeutico e successivamente, nel 2001, mi sono iscritta al corso professionale di massofisioterapia per non vedenti e sono rimasta a Firenze per ben tre anni. Questa è stata l’esperienza che più mi ha fatto crescere perché lì mi sono dovuta arrangiare da sola.
Durante la fase scolastica ho frequentato gli scout e l'associazione cattolica giovani, il coro delle voci bianche della parrocchia e poi dei giovani. Nel frattempo ho intrapreso anche lo studio di due strumenti musicali oltre al flauto che ovviamente si faceva a scuola. Ho imparato un po’ a suonare la chitarra, ma quello che mi piaceva di più era il pianoforte.
Nei miei 38 anni ho provato tantissimi sport, nuoto, ginnastica artistica, danza, calcio femminile, equitazione, ma un mio zio diceva sempre che con il fisico che avevo, dovevo fare #atletica e nello specifico #lanci. Nel 2007, a 25 anni, stavo guardando alla televisione alcune gare di atletica leggera e in quel momento stava lanciando la lanciatrice di fama internazionale Chiara Rosa. Da lì si accese una lampadina perché anch'io avrei voluto fare quello che faceva lei. Mi sono messa alla ricerca di una società e di un tecnico che seguisse le persone con disabilità, e cerca e ricerca passando addirittura per il Friuli, mi diedero il nome di Raffaele Sartorato che poi diventò il mio allenatore dal 2007 al 2013. Da quel momento iniziò la mia #avventura nell’atletica paralimpica e devo dire con ottime soddisfazioni perché ho partecipato con la Nazionale Italiana a diverse gare internazionali in giro per l’Europa, tra le quali anche gli Europei in Olanda nel 2012. Dal 2014 ad ora sono seguita da un altro tecnico Claudio Solone, che si è messo in gioco allenando un’atleta con disabilità e vi devo dire che ci sta riuscendo molto bene. Le società con cui sono stata tesserata sono state l’Associazione Sorriso di Mira, l’Atletica Riviera del Brenta sempre di Mira, Handysport Ragusa, e oggi sono con l’Assindustria Sport Padova.
Tutti mi chiamano la donna vulcano perché, mentre faccio una cosa, penso ad altre mille cose da fare; se non raggiungo quello che voglio, trovo tutti i modi per riuscirci anche se magari ci vuole tanto tempo. Sono una persona cocciuta e non si direbbe, visto il mio carattere molto timido, emotivo e sensibile, ma probabilmente la mia patologia mi ha messo davanti a mille difficoltà e, se non avessi trovato le soluzioni ai problemi, probabilmente non sarei qui a raccontarvi tutta la mia storia. Nel 2007 ho conosciuto un ragazzo che ora è il mio attuale marito e ci siamo sposati nel 2015. Sempre nel 2007 ho iniziato a fare atletica così per scherzo. Quando è arrivata Assunta Legnante in competizione, io volevo mollare, ma una vocina dentro di me mi diceva: “Vai e divertiti e tutto il resto viene da sé,” e così ho fatto. Non sarei ancora qui a fare atletica se pensavo solo a quello che diceva la mia testa. Nel 2011 ho deciso di andare a vivere da sola e ho detto ai miei: “Ciao Ciao, lascio questa casa e mi trasferisco nel mio appartamento,” e loro non hanno potuto che accettare la mia decisione nonostante le mille paure che avevano.
Nonostante la mia patologia e tutti gli ostacoli che si sono messi di mezzo, sono fortunata, perché accanto ho familiari, amici e tante tante persone che mi vogliono bene e che in ogni momento di difficoltà riescono a starmi vicino per uscire nel migliore dei modi da tutte queste situazioni. Ora vorremmo solo esaudire un nostro sogno con un bimbo. Purtroppo fino ad ora questo non è stato possibile anche perché ancora una volta in questo siamo stati sfortunati, ma sono sicura che prima o poi arriverà anche se con tanta pazienza.
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