07 gennaio 2020

Assunta Legnante: #vivodiemozioni

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Glaucoma. Ho pochi ricordi dei primi tempi in cui io e miei genitori ti abbiamo conosciuto, ma quei pochi, quelle immagini che non sbiadiranno mai, hanno il colore verde del corridoio di un #ospedale e di una sala operatoria, hanno la consistenza di quelle sbarre di ferro della culla in cui dormivo dopo ogni intervento.
Crescendo poi, ho imparato a convivere con te. Dapprima hai avuto la forma di un paio di #occhiali. Ho sempre amato lo #sport e l’ho sempre praticato, ecco perché poi dopo l’ennesimo paio di occhiali rotto mentre mi allenavo, ho deciso che saresti ritornato ad essere invisibile ma sempre presente sotto forma di #lenti a #contatto. Negli anni poi, bussavi alla mia spalla e mi sussurravi 'io sono qui, tu potrai anche far finta di nulla, potrai anche cercare di avere una vita il più normale possibile ma io ci sono e ci sarò'.  Sei riuscito nel tuo silenzio ad annullare uno dei miei più grandi sogni, quello di frequentare quello che una volta si chiamava ISEF, ma non so quanto sia stata una tua vittoria perché da lì in poi ho intrapreso una strada che non mi dispiaceva affatto. Quella dell'#atleta a tutti gli effetti! Quante ne abbiamo passate insieme, abbiamo viaggiato in lungo e in largo, abbiamo conosciuto posti e persone di tutte le razze e religioni, abbiamo #vinto e #perso. E quando quel sogno a cinque cerchi era lì, eccoti che bussi di nuovo alla mia spalla. Mi ci sono voluti quattro anni in più, ma io a gareggiare sotto quella #fiaccola, a #Pechino ci sono stata. 
Forse lo sfidarti ti ha reso più cattivo, da lì a poco mi avresti presentato il conto, e così è stato. Hai deciso che, all’età di 34 anni, tutto ciò che avevo visto e vissuto era abbastanza, la mia completa autonomia era finita. Hai #spento le #luci come se ti fossi arreso anche tu, ma anche lì hai commesso un #grande #errore. In tutti questi anni di convivenza avresti dovuto sapere che, come si suol dire, io #mi #piego ma #non #mi #spezzo. Pensavi che la mia vita fosse finita? Pensavi forse che togliendomi la vista e non potendo più vedere, avrei smesso di vivere e di sorridere? Questo è un errore che fanno i deboli. È vero che non vedrò più i colori, un film sarà solo ed esclusivamente #parole ed #immaginazione, il sole sarà solo calore, ma non si  guarda solo con gli occhi. Ecco perché, anche se mi hai cambiato la vita, volevo ringraziarti perché adesso non vivo di immagini ma #vivo #di #emozioni, le emozioni che può darmi la risata dei bimbi che incontro nelle scuole, una carezza di un uomo, l’abbraccio di un amico. Avrai anche potuto spegnere i miei occhi, ma non hai certo spento la mia voglia di vivere, di vincere e sorridere ancora.

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Essere oltremodoltre significa sfidare se stessi per superare i propri limiti ed aiutare gli altri a superare i propri pregiudizi

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