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Ambra Sabatini: #nuoveambizioni

Per una come me che dello #sport ha sempre fatto una #ragione di #vita, il 5 giugno 2019 rappresenta un crocevia indelebile della mia esistenza. Quel pomeriggio di inizio estate, mentre andavo ai miei allenamenti in scooter con il mio babbo, si è trasformato in incubo nel giro di pochi istanti: in prossimità di una curva un’#auto invade la nostra corsia e ci investe #impattando contro la mia gamba sinistra.
Rivedo in rapida sequenza il pronto intervento di una squadra dei vigili del fuoco che, trovandosi per caso subito dietro di noi, mi presta il primo fondamentale soccorso bloccando con una cintura l’arteria femorale recisa. Poi il 118, l’elisoccorso, il volo a Firenze-Careggi, il lungo #intervento, la terapia intensiva, le notti insonni, la morfina, la febbre alta, tonnellate di antibiotici, e poi un altro intervento chirurgico per una infezione persistente. In quei momenti terribili, ebbi la percezione che la mia vita sarebbe cambiata per sempre.
Fui consapevole da subito dopo l’incidente che avrei perso la gamba sicché, ancora in terapia intensiva, rifiutai il supporto psicologico che la struttura aveva predisposto per me ed ho voluto, da sola, elaborare ciò che non c’era più, ma soprattutto rendermi conto di ciò che mi era rimasto e di quanto ero stata #fortunata. La voglia di restare aggrappata ai miei sogni mi ha dato la forza di ritornare alla vita di prima, seppur con qualche differenza.
Ho cominciato allora a progettare la mia “#nuova #vita” ridisegnandone gli obiettivi, anzi ampliandoli sia in ambito professionale che sportivo. Ho iniziato ad occuparmi di protesi, a conoscere le storie di personaggi che vivono il mondo delle Paralimpiadi confrontando le loro prestazioni con le mie possibilità. Ero ancora in ospedale, ma stavo ritrovando la serenità di chi ha compreso finalmente quale direzione prendere di fronte al #bivio che la vita le ha proposto. Mi sentivo pervasa da una energia nuova che esternavo con divertenti acrobazie, prima nel letto poi con la carrozzina ed infine con le stampelle. Con questo atteggiamento spregiudicato mi sono guadagnata la stima e l’ammirazione di medici ed infermieri i quali mi attribuivano delle #potenzialità #motivazionali da mettere a disposizione di chi non avesse avuto la forza di rimettersi in gioco con la vita.
A queste persone consiglierei di affacciarsi al mondo paralimpico dove il significato #fare #sport #raggiunge #livelli #impensabili, dove si è grandi a prescindere dalla prestazione e dove ogni atleta è un campione. Sono cosciente che la mia vita andrà rimodulata, che per le nuove sfide e gli obiettivi che mi sono proposta dovrò dedicare molto tempo ed energie agli allenamenti, ma lo farò con il sorriso e la mia solita determinazione consapevole che spesso i limiti che ci poniamo sono costruiti dalla nostra mente. Ai miei coetanei normodotati vorrei dire che, osservando persone come me, non devono farsi abbattere dalle banalità della vita. A quelli che sono nelle mie stesse condizioni augurerei di provare le stesse sensazioni che sto provando io: nuove prospettive di vita e #nuove #ambizioni nello sport, nello studio e nel lavoro. A quelli che non fanno nulla vorrei dire invece che non sanno quante emozioni si perdono e quante invece ne ho provate io da quando, uscita dall’Ospedale di Firenze nell’ agosto 2019, mi fermai subito alla pista di Atletica di Grosseto a respirare quell’atmosfera che mi piace tanto.
E sono state ancora emozioni a giugno 2020 quando finalmente i miei sogni cominciarono a materializzarsi con la prima #protesi fornitami da Art4sport, con la quale ho ricominciato finalmente, ad un anno esatto dall’incidente, a riassaporare il #gusto della #pista. Dopo i duri allenamenti estivi è arrivata la prima gara (non paralimpica) ed una piccola delusione causata da una caduta; fortunatamente non ho avuto neppure il tempo di metabolizzarla poiché la settimana dopo ero chiamata a Jesolo per i Campionati Italiani Assoluti dove mi sarei confrontata nei 100 metri con miei miti, Martina Caironi e Monica Contrafatto. Avere ricevuto i loro complimenti a fine gara, è stata per me la gratificazione massima, quasi una certificazione di idoneità. Dopo poche settimane e con il morale alle stelle ci siamo ritrovate a Roma per i Campionati Italiani Societari, questa volta con una protesi nuova fornitami dall’Inail, più performante della prima. I risultati sono stati confortanti e mi hanno dato nuove speranze per quello che è sempre stato il sogno più bello della mia vita: partecipare ad una Paralimpiade.
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